Konrad Lorenz - Aforismi e Frasi Famose

Frasi e Aforismi di Konrad Lorenz
Zoologo ed Etologo Austriaco
(1903 - 1989)

L'odio ha conseguenze più nefaste della totale cecità o sordità, perché falsifica ogni informazione che cerchiamo di trasmettere e la trasforma nel suo contrario.
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Se un uomo è onesto come scienziato, la proporzione fra quanto crede di sapere e quanto crede di non sapere varia sempre a suo discapito. E più si diventa vecchi – se si cerca sinceramente la verità – più si sa che non si sa niente e che ci sono tante cose che si vorrebbero sapere.
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Quando Sigmund Freud tentò di analizzare i motivi del comportamento sociale umano e di renderne comprensibili le sue cause […] fu accusato di mancanza di rispetto, materialismo cieco e persino di tendenze pornografiche. L'umanità difende il concetto che ha di sé con tutti i mezzi ed è davvero opportuno predicare l'humilitas e cercare seriamente di far saltare per aria tutti gli ostacoli che si oppongono all'autoconoscenza.
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Non esistono condizioni ideali in cui scrivere, studiare, lavorare o riflettere, ma è solo la volontà, la passione e la testardaggine a spingere un uomo a perseguire il proprio progetto.
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Ogni domanda alla quale si possa dare una risposta ragionevole è lecita.
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Il nostro amore per gli animali si misura dai sacrifici che siamo disposti ad affrontare per loro.
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I naturalisti non hanno davvero nessuna colpa se gli uomini mancano di auto comprensione. Giordano Bruno è stato bruciato perché diceva che gli uomini sono, insieme al loro pianeta, solo un granello di polvere fra innumerevoli altre nuvolette di polvere.
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Il secondo ostacolo all'autoconoscenza è l'avversione irrazionale a riconoscere che quel che facciamo o non facciamo sia soggetto alle leggi della causalità.
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Il terzo grande ostacolo all'autoconoscenza umana è – almeno nelle nostre culture occidentali – un'eredità della filosofia idealistica.
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Il gatto è una creatura indipendente, che non si considera prigioniera dell'uomo e stabilisce con lui un rapporto alla pari.
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Ogni pericolo perde molto della sua temibilità una volta che se ne conoscano le cause. Credo e spero, perciò, che questo volumetto possa dare il suo piccolo contributo per attenuare i pericoli che minacciano l'umanità.
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L'eccitazione emotiva inibisce l'attività razionale, l'ipotalamo blocca la corteccia. Per nessun'altra emozione questo vale in così larga misura come per l'odio etnico collettivo, che conosciamo anche troppo bene sotto forma di odio nazionalista.
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La minaccia che pesa sull'umanità attuale non è tanto la sua potenza nel governare processi fisici quanto la sua impotenza nel dirigere ragionevolmente processi sociali.
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È molto probabile che una tappa decisiva nel misterioso processo dell'evoluzione dell'uomo sia rappresentata dal giorno in cui un essere, che stava esplorando con curiosità il suo ambiente, fermò la sua attenzione su se stesso.
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L'odio non rende soltanto ciechi e sordi, ma anche incredibilmente sciocchi. Sarà difficile dare a quelli che ci odiano l'aiuto di cui avrebbero bisogno. Sarà difficile far loro capire che lo sviluppo della cultura ha dato luogo alla formazione di valori altrettanto insostituibili e degni di rispetto quanto quelli che sono emersi nel corso della filogenesi; sarà difficile far loro capire che una cultura può estinguersi come la fiamma di una candela.
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In ogni caso è un ottimo sport mattutino per un ricercatore mandare al diavolo ogni mattina prima di colazione un'ipotesi prediletta: mantiene giovani.
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È notorio che già Darwin aveva formulato la domanda riguardo al valore della lotta per la conservazione della specie e che aveva anche trovato una risposta convincente: per la specie, per il suo futuro, è sempre vantaggioso che il più forte dei due rivali conquisti un territorio e la femmina ambita.
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Nella natura non si dà evidentemente soltanto ciò che è funzionale per la conservazione della specie ma anche tutto quello che non è tanto funzionale da minacciarne il patrimonio essenziale.
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Un vincolo personale, un'amicizia individuale si trovano soltanto negli animali con un'aggressione intra-specifica altamente sviluppata, anzi, questo vincolo è tanto più saldo quanto più aggressiva è la rispettiva specie animale.
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Io credo piuttosto che in ogni vero amore ci sia una tale misura di aggressione latente nascosta nel legame, che quando questo legame si spezza avviene quell'orribile fenomeno che chiamiamo odio. Nessun amore senza aggressione, ma anche nessun odio senza amore!
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Nella schiera dei ratti non c'è nessun ordine gerarchico. La schiera attacca compatta un grosso animale da preda e i membri più forti portano il contributo maggiore alla sua conquista.
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C'è un tipo d'ordinamento sociale caratterizzato da una forma d'aggressione che finora non abbiamo incontrato, e cioè dal combattimento collettivo di una comunità contro un'altra della stessa specie.
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L'Anello di Re Salomone L'Anello di Re Salomone

Konrad Lorenz

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